Phytoseiulus persimilis è un acaro fitoseide predatore ad attività specifica
nei confronti del ragnetto rosso Tetranychus urticae . Le femmine, con il corpo
piriforme di colore arancio brillante, sono leggermente più grandi di un ragnetto rosso
e molto mobili. P. persimilis è caratterizzato da una elevata capacità di ricerca ed è in grado
di esplorare ampie superfici. Lo sviluppo in condizioni ottimali è più rapido di quello
della sua preda. Le uova del fitoseide, che presentano un diametro nettamente maggiore
rispetto a quelle del ragnetto, sono di colore rosa aranciato e pertanto risultano facilmente
identificabili. L’intervallo ottimale per la fecondità delle femmine si registra
tra 17 e 28 °C. Il fitoseide preda tutti gli stadi di sviluppo del ragnetto rosso.
P.Persimilis è utilizzato con successo in tutto il mondo, per la lotta biologica al ragnetto
rosso su varie colture orticole ed ornamentali.
La durata del periodo di introduzione e le quantità di predatore da utilizzare sono
influenzate dall’andamento climatico. Andamenti stagionali caratterizzati da lunghi
periodi di bassa umidità relativa (inferiori al 60%) favoriscono lo sviluppo del ragnetto
rosso e la velocità del suo ciclo riproduttivo. In queste condizioni, assumono grande
rilevanza le tecniche agronomiche che possono favorire l’attività del predatore
tra cui l’arieggiamento, l’ombreggio delle serre e le nebulizzazioni con acqua.
In particolare queste ultime, facendo aumentare l’umidità relativa offrono
un vantaggio determinante per l’insediamento del fitoseide
La strategia di introduzione del predatore deve prendere il via precocemente alla prima
presenza del fitofago e deve prevedere più introduzioni periodiche, per permettere
al fitoseide di insediarsi e moltiplicarsi anche in presenza di bassissime presenze
del fitofago e, soprattutto, prima che la popolazione del ragnetto raggiunga livelli
di pericolosità. Il lancio può avvenire a spaglio su colture a vegetazione compatta
ed uniforme, oppure utilizzando appositi secchiellini, quando si opera su una
vegetazione rada o su piante in vaso.
Molto importante è la cura nell’uniformità della distribuzione all’interno
dell’appezzamento e dell’adeguata umidita’.
https://dodogarden.it/wp-content/uploads/2022/01/logo-dodogarden.svg00marinella cocchihttps://dodogarden.it/wp-content/uploads/2022/01/logo-dodogarden.svgmarinella cocchi2023-12-04 18:12:522023-12-04 18:12:52Lotta bio al Ragnetto Rosso !!!
“Cimice asiatica” o “Cimice bruna marmorata” e’ un insetto della specie Halyomorpha halys originaria dell’Asia orientale. E’ una cimice marmorizzata già arrivata da alcuni anni negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei, in grado di provocare seri danni a piante da frutto, ortive e ornamentali.
Appartiene alla famiglia delle Pentatomidae, gli adulti sono marmorizzati con colore grigiastro- brunastro hanno una lunghezza di 12-16 mm e presentano bande scure sul bordo esterno dell’addome. La forma della testa della cimice asiatica e’ rettangolare, differente dalle altre specie che presentano una testa triangolare.
Le strisce bianche su antenne, zampe e le piccole macchie color avorio sul resto del corpo sono i caratteri distintivi di questo insetto pertanto riconoscibile e inconfondibile con le altre specie.
La cimice asiatica causa gravi danni su diverse specie frutticole, su vite e verdura. I frutti attaccati sviluppano la formazione di fossette o aree necrotiche sulla superficie esterna.
Punture precoci possono provocare cascole o malformazioni di frutti. Su peperone e pomodoro imbianchisce il tessuto delle verdure punte che appare bianco e spugnoso.
Se i frutti vengono punti già nella fase iniziale di sviluppo, le parti danneggiate diventano storte e deformate. Le foglie diventano chiare e sbiadite.
Dal 2008 al 2013 Halyomorpha halys è stata inserita nella lista d’allerta dell’EPPO (Organizzazione EuroMediterranea per la Protezione delle Piante) per l’elevato livello di danno rilevato nei Paesi in cui è stata accidentalmente introdotta.
In autunno gli insetti adulti si aggregano per svernare in ripari di vario tipo (compresi magazzini, abitazioni,garage,capannoni,rimesse attrezzi etc) fino all’inverno per poi attendere la stagione primaverile per uscire e iniziare l’accoppiamento sulla vegetazione.
Il periodo della deposizione delle uova va dai primi di Giugno fino alla fine di Luglio, vengono deposte a gruppi anche di 30-40 uova sempre nella parte sottostante la foglia.
Da fine Agosto a Settembre l’insetto finisce il suo ciclo di sviluppo e diventa adulto. La colorazione dell’insetto varia a secondo del suo ciclo di sviluppo. Rosso con striature nere,gialle,fino al verde marrone.
Una soluzione interessante e di successo risulta essere l’impiego di feromoni sessuali con la relativa trappola per la cattura di piu’ individui possibili.
La Carpocapsa è un fitofago estremamente dannoso per le pomacee melo, pero, cotogno, noce e secondariamente albicocco, susino e pesco. Le larve della carpocapsa sono estremamente voraci e danneggiano direttamente i frutti provocando gravi perdite produttive sia qualitative che quantitative. I frutti colpiti cadono al suolo precocemente.
La farfalla Cydia Pomonella deposita le uova prima sulle foglie e nei cicli successivi direttamente sui frutti.I danni sono determinati dalle larve dell’insetto che scavano gallerie profonde nel frutto fino ad arrivare ai semi. Quasi sempre si trova una larva per frutto.
Utilizziamo i Nematodi Entomopatogeni da Settembre a fine Novembre efficaci nella lotta biologica a questo insetto
Si definiscono “nematodi entomopatogeni” quelli che attaccano gli insetti. Questi vermi microscopici si spostano nel terreno alla ricerca dell’ospite all’interno del quale riprodursi. Trovato l’insetto idoneo ,in questo caso (larve di Carpocapsa rifugiate nel terreno o nel tronco della pianta per ripararsi dal freddo dell’inverno) lo penetrano e si moltiplicano fino a provocarne la morte.
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa è una farfalla le cui larve (o bruchi) si sviluppano su Conifere, pini in particolare, arrecando danni alle piante. Le larve nutrendosi di aghi provocano la defoliazione dell’albero, e il suo forte indebolimento lo rende vulnerabile all’attacco delle malattie o degli altri parassiti. Le larve con i loro peli urticanti causano forti reazioni epidermiche su persone ed animali oppure gravi allergie.
Le larve della Processionaria del pino sono presenti sulle piante dall’autunno fino alla primavera successiva, quando raggiunta la maturità scendono lungo i tronchi in lunghe file (in processione) e si interrano per trasformarsi dapprima in pupa e poi in adulto.
In Estate la farfalla adulta esce dal terreno e si accoppia. In seguito depone le uova su di un ramo di pino. Le larve nascono dopo 5-6 settimane. Le larve gregarie si spostano formando lunghe e caratteristiche file in cui ciascun individuo rimane in contatto con quello che lo precede. Le larve mature hanno capo nero e corpo dorsalmente grigiastro su cui spicca il rosso fulvo dei ciuffi di peli urticanti: lateralmente sono presenti lunghi peli biancastri e il colore tende al giallastro.
Mutano 5 volte durante il loro sviluppo, fino all’Autunno, quando tessono un bozzolo di seta all’interno del quale passeranno l’Inverno. In autunno risulta difficoltosa l’individuazione dei primi nidi ma nel periodo invernale risultano ben visibili costruiti sulla parte più soleggiata delle chiome delle piante attaccate.
Combattiamo in modo naturale questo temibile parassita con trattamento biologici, sicuri , pratici ed efficaci.
Feromoni sessuali e trappola a feromoni per intercettare le Farfalle responsabili della deposizione delle uova e Trappola speciale per la cattura delle larve che discendono dal tronco dell’albero e impedirne l’interramento
La Vespa orientalis, detta anche calabrone orientale, sgomenta gli italiani che non riescono a riconoscerla. Le notizie rimbalzano sempre più allarmate e confuse: l’arrivo di una nuova specie da temere nelle nostre città spaventa. A Roma in particolare, ma anche a Grosseto, Firenze, Trieste, Genova e in tutto il Sud. Molte persone temono l’arrivo del famigerato calabrone gigante giapponese, Vespa mandarinia, altre semplicemente si spaventano alla vista di una grossa vespa e ne temono il pungiglione (anche grazie alla stampa allarmistica), altri la confondono con la più piccola Vespa velutina.
La verità è che il calabrone orientale in Italia c’è sempre stato, ma solo nel Meridione, dalla Campania in giù e in Sicilia, oltre a essere distribuito in Asia (dalla Turchia all’India e a nord sino al Kazakistan), in Nord Africa, nei Balcani, a Cipro, a Creta e a Malta. Non si tratta quindi dell’arrivo improvviso di una nuova specie invasiva arrivata da lontano, ma di una semplice espansione naturale, verso nord, complici i cambiamenti climatici. “L’epiteto specifico ‘orientalis’”, spiega a National Geographic Roberto Ritrovato, ricercatore indipendente specializzato nello studio delle vespe, “sembra proprio implicare che sia l’ennesimo insetto venuto a invaderci dall’Asia, ma ciò non è assolutamente vero. Il nome della specie non allude alla sua provenienza, ma alla località nella quale furono raccolti gli esemplari sui quali Linneo si basò per descrivere la specie nel 1771”.
Del resto le specie si spostano continuamente e in Italia ce ne sono anche altre il cui areale è in espansione come sciacalli, lupi, fenicotteri e anche pesci che arrivano sino alle nostre coste dallo stretto di Suez, come i pesci palla. “Secondo alcuni”, continua Ritrovato, “è possibile che Vespa orientalis sia stata portata da noi tramite commercio navale al tempo dei Fenici, circa 3000 anni fa, ma la tesi preponderante è che sia una specie trans-adriatica, giunta da noi in modo naturale in epoca preistorica, probabilmente durante uno dei tanti episodi di prosciugamento del Mar Adriatico. In ogni caso è presente nel Sud Italia almeno da millenni, per cui è da considerarsi autoctona in ogni senso del termine”.
“Ben diversa è la storia di Vespa velutina”, spiega Rita Cervo, professore associato del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, “arrivata con le merci dal Sud-Est asiatico nel Sud della Francia nel 2004 per poi espandersi da lì in Portogallo, Spagna, Belgio, Germania e Italia, dove al momento sembra presente solo in Liguria, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. Esistono 22 specie di calabroni in Eurasia, e tutte hanno un potenziale invasivo. Vespa orientalis per esempio è invasiva in Cile, mentre Vespa crabro, il nostro calabrone europeo, è invasivo in Sardegna, dove è arrivato nel 2012 tramite le merci”.
A conti fatti al momento ci ritroviamo in Italia con ben tre specie di vespe molto grandi e potenzialmente in competizione tra loro: il calabrone europeo, che è sempre stato presente in tutta la penisola, il calabrone orientale, in espansione dal Sud della penisola, e Vespa velutina, detta comunemente calabrone asiatico o calabrone dalle zampe gialle, alloctona. Distinguerle, se si sa cosa osservare, non è difficile: il calabrone europeo è bruno con l’addome e la fronte giallo chiaro, alcune bande nere ed è lungo sino a 4 cm; il calabrone orientale ha le stesse dimensioni ma è rossiccio e ha solo una banda gialla sull’addome, oltre alla fronte; il calabrone asiatico infine è più piccolo, nerastro, con le zampe gialle e una banda giallo-arancio sull’addome.
Per il cittadino tuttavia saper distinguere le tre specie può sembrare irrilevante, rispetto alla domanda essenziale: pungono?
Secondo Cervo “tendenzialmente non sono aggressive se non vengono disturbate nelle vicinanze del nido o salvo incidenti”. Tuttavia, rispetto a una vespa normale, inoculano più veleno per via delle dimensioni e questo aumenta la sensazione di dolore. Il veleno di tutti questi calabroni può avere effetti spiacevoli sull’organismo poiché è epatotossico, nefrotossico, può causare emolisi e spasmi muscolari. Per un adulto in buona salute tuttavia questo non è un problema, a meno che non sia stato aggredito da molti individui, e i sintomi ben presto scompaiono. Il problema insorge semmai in caso di reazioni allergiche al veleno in individui sensibili, che possono portare a shock anafilattico con conseguenze anche fatali, ma questo è un evento raro.
Fortunatamente, secondo Ritrovato, il calabrone orientale si trova al limite nord del suo areale per cui forma colonie piccole, con una media di 100-200 individui, mentre in un nido di calabroni europei possiamo ritrovare anche 300 operaie. La sua espansione tuttavia è legata a un clima caldo e arido per cui “nella seconda metà degli anni ’60 un trend di raffreddamento climatico che colpì l’Europa meridionale causò la completa sparizione di Vespa orientalis da città come Roma, Split e Skopje, tutte aree nelle quali era precedentemente segnalata. Le recenti ondate di caldo favoriscono tuttavia l’espansione del calabrone orientale, in particolare nelle aree urbane soggette all’effetto isola di calore, che tende a rendere le città più grandi alcuni gradi più calde rispetto alla campagna circostante. L’espansione delle aree urbane ha facilitato la risalita di Vespa orientalis lungo lo stivale, anche aiutata dal trasporto accidentale umano, tramite il quale essa “salta da un’isola di calore all’altra”. Ma che fare se ci si ritrova accidentalmente in casa, per esempio nel vano delle tapparelle o nel solaio, un nido di calabrone?
“I Vigili del fuoco intervengono solo se il nido costituisce un pericolo per l’incolumità pubblica”, spiega Rita Cervo. “I privati devono purtroppo chiamare le ditte di disinfestazione, che applicano prezzi sempre più alti per via della domanda in aumento. In Toscana tuttavia l’amministrazione regionale ha attivato un progetto di gestione e monitoraggio di Vespa velutina che prevede la distruzione dei nidi grazie alla collaborazione degli apicoltori, che sono direttamente interessati ad arginare il problema. Questo dovrebbe aiutare a calmierare i prezzi per favorire le segnalazioni dei nidi e quindi il controllo alla diffusione della specie. A questo scopo, da tempo, abbiamo creato il sito stopvelutina.it, in modo da poter ricevere le segnalazioni dei cittadini”.
https://dodogarden.it/wp-content/uploads/2022/01/logo-dodogarden.svg00marinella cocchihttps://dodogarden.it/wp-content/uploads/2022/01/logo-dodogarden.svgmarinella cocchi2023-11-07 17:58:312023-11-07 17:58:31Vespa Orientalis e Vespa Velutina …dal National Geographic
Un altro temibile insetto e sgradito ospite oltre al Punteruolo Rosso minaccia le nostre palme con ormai sempre più frequenza la farfalla delle palme.
La Paysandisia Archon, questo il nome scientifico della farfalladi origine sudamericana, è un lepidottero appartenente alla famiglia delle Castniidae la cui diffusione è avvenuta con molta probabilità tramite l’importazione di Palme della specie Trithrinax .
A differenza del famigerato punteruolo rosso, che è un coleottero, l’insetto in oggetto è una grossa farfalla dalle bellissime ali, innocua in questa fase ma allo stadio di larva responsabile di seri danni, spesso irreversibili alle nostre palme.
La palma che ospita la Paysandisia viene letteralmente svuotata con profonde gallerie dall’interno del tronco. L’insetto depone le uova alla base delle foglie e sul germoglio apicale della pianta e solitamente compie un ciclo vitale all’anno oppure in due anni.
Le uova si presentano di forma ovale con una lunghezza di circa 5 mm biancastre . La larva appena uscita e’ di colore rosa chiaro -arancio . Essa si sviluppa in un arco temporale da 10 a 12 mesi nel tronco scavando gallerie e danneggiando cosi’ irrimediabilmente la pianta.
La Larva impupa creando un bozzolo composto dalle fibre della pianta e da escrementi simile a quello del punteruolo rosso posizionato nell’asse centrale delle foglie per facilitare l’uscita della farfalla appena formata.
Le farfalle sono di grosse dimensioni si riconoscono dalle ali posteriori rossicce con macchie bianche e nere
La pianta aggredita dal parassita inizia a manifestare sofferenza con ingiallimento e secchezza fogliare. Possono presentarsi fori simili a bruciature sulle foglie e a seguire un rapido decadimento di tutta la pianta.
Una lotta biologica di successo puo’ essere fatta con nematodi per il controllo delle larve
Il Punteruolo rosso della palma per la sua livrea di colore rosso scuro, è un coleottero curculionide originario dell’Asia meridionale e della Melanesia che risulta molto dannoso a numerose specie di palme. Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta in Spagna. La prima segnalazione in Italia è del 2004, dal 2005 è stato rinvenuto in Sicilia, Campania, Lazio, Puglia ed il suo areale di diffusione è in continua espansione. L’insetto è in grado di svilupparsi a spese di numerose specie di Arecaceae tra cui le più colpite sono Phoenix canariensis, Phoenix dactilifera, Phoenix robeleinii. La specie è stata segnalata anche su Cocosnucifera, Trachycarpus fortunei, Washingtonia e numerose altre palme meno diffuse in Italia. Il Punteruolo rosso è un organismo nocivo oggetto di misura di emergenza da parte della Comunità Europea (Decisione 2007/365/CE “Misure d’emergenza per impedire l’introduzione e la diffusione nella comunita’ di Rhynchophorus ferrugineus”). In Italia è in vigore il DM 07/02/2011 “Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il Punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus”.
L’insetto Adulto e’ di colore variabile dal ruggine al marrone-rossastro presenta alcune macchioline nere nella parte superiore del torace. La lunghezza è compresa tra 19 e 45 mm mentre la larghezza varia da 11,50 a 15,50. L’adulto è caratterizzato dalla presenza di un lungo rostro ricurvo, che nel maschio è più accentuato e coperto da una peluria brunastra, alla base del quale si inseriscono le antenne. Le elitre sono striate e sono di un colore leggermente più scuro.
L’uovo
misura da 2,5 a 3,9 mm di lunghezza, è di forma ovale, allungato, generalmente più largo alla base;il colore può variare dal bianco giallastro al marrone.
La Larva
La larva, apoda, è lunga da 35 a 50mm, il colore è biancastro con un capo fortemente sclerificato ed arrotondato di colore marrone.
La Pupa
La pupa, che misura da 35 a 50 mm,è inizialmente di colore bianco crema che col tempo vira al marrone.In genere questo stadio è protetto all’interno di un pupario costruito dalla larva con le fibre della pianta;all’interno tali fibre risultano moltoserrate e rivestite da uno strato liscio impermeabile. Il bozzolo misura cir-ca 80 x 35 mm, è di forma ovale leggermente allungata.Ciclo biologico e potenziale biotico.L’ insetto vive all’interno della palma, dove compie tutto il suo ciclo vitale. Gli adulti, che vivono fino a 6 mesi, sono in grado di compiere voli lunghi fino a un chilometro. Le femmine, poligame, depongono in media 200 uova (max 700) in piccole cavità del tronco o in corrispondenza delle superfici di taglio delle foglie. Dopo 2-5 giorni dalla ovideposizione nascono le larve che si introducono nella palma e si cibano dei tessuti della stessa. Le larve si spostano all’interno della pianta scavando gallerie e larghe cavità che diventano il luogo ideale per lo sviluppo dell’insetto. Le larve attive si possono rinvenire in qualsiasi parte della pianta.
L’intero ciclo di sviluppo dura circa 4 mesi e nella stessa pianta si sovrappongono più generazioni dell’insetto fino a distruzione della pianta ospite.Il potenziale biotico di questa specie è enorme; ad esempio in prima generazione 80 femmine in 3-6 mesi sono in grado di deporre fino a 16.000 uova da cui possono nascere fino a 6400 femmine. Queste a loro volta deporranno nell’arco di 6 -12 mesi fino a1.280.000 uova originando la seconda generazione.
Danni
I danni causati dalle larve sono visibili solo in una fase avanzata dell’infestazione. I sintomi esteriori dell’attacco del curculionide sono rappresentati dall’anomalo portamento della chioma che perde la sua simmetria verticale e che successivamente si mostra completamente divaricata con l’aspetto ad ombrello aperto. Nelle fasi terminali la chioma della palma appare come “capitozzata” e collassa. In questa fase si manifesta la migrazione di massa degli adulti presenti all’interno dello stipite per la ricerca di un nuovo esemplare di palma del quale alimentarsi.L’importanza dell’individuazione precoce dell’infestazione dato il lungo periodo in cui le larve restano all’interno della pianta esse risultano difficilmente raggiungibili dai comuni antiparassitari. Appare evidente la necessità di impedire preventivamente l’ingresso delle larve e soprattutto l’esigenza di prestare la massima attenzione per individuare precocemente il momento dei loro primi insediamenti al fine di inter-venire con tempestività.
Cura
L’uso di Nematodi Entomopatogeni rivolti al Punteruolo rosso risulta particolarmente efficace.
L’abbinamento dei Nematodi che parassitizzano le larve e Feromoni Sessuali con relativa trappola abbinata per l’intercettazione degli esemplari adulti risulta essere molto efficace in questo tipo di lotta biologica.
https://dodogarden.it/wp-content/uploads/2022/01/logo-dodogarden.svg00marinella cocchihttps://dodogarden.it/wp-content/uploads/2022/01/logo-dodogarden.svgmarinella cocchi2023-10-25 18:14:522023-12-05 16:20:34Conosciamo meglio il Punteruolo Rosso della Palma (Rhynchophorus ferrugineus Olivier)
senga merucci
2023-07-26
Ho ordinato le coccinelle exochomus qiadripustulatus.arrivate bene sane vispe.sono già all opera
Sandra Maranzana
2023-07-20
La spedizione delle coccinelle è stata accurata e puntuale e la disponibilità delle persone con le quali ho comunicato deliziosa
Consiglio assolutamente
Laura Marcelli
2023-06-28
Ottimo servizio ... grazie
Filippo Camerota
2023-06-19
Massima professionalità e disponibilità alla risoluzione dei problemi.
Grazie
nicholas ceccarelli
2023-06-02
Qualità del prodotto 5 su 5
Velocità di spedizione 5 su 5
Prezzi competitivi 5 su 5
Imballaggio ottimo 5 su 5
Sono pienamente soddisfatto continuamente così.
ALMA Crotti
2023-06-01
Consiglio vivamente.
Cristiana Fallanti
2023-05-26
Esperienza ottima! Le coccinelle Adalia e Montrouzieri hanno risolto i miei problemi dovuti ad afidi e cocciniglie!!! Grazie di tutto!!!
Pauline C
2023-05-26
Servizio impeccabile.
La cura e l'attenzione mostrata dai proprietari è un vanto per la loro azienda.
Le mie coccinelle sono arrivate il giorno dopo la spedizione.
La comunicazione tramite WhatsApp è stata molto utile per gli aggiornamenti sulla spedizione e buoni consigli su come liberare al meglio le coccinelle nel mio giardino.
Consiglio vivamente.